L’Amarone è oggi uno dei grandi vini italiani che da prime testimonianze trova le sue origini dopo la seconda guerra mondiale, così chiamato perchè ci riconduce al sapore “amaro” si narra infatti che il nome lo distingue dal dolce “Recioto dal quale sembra derivare come un “recioto scapà” grazie al fortunato ritrovamento di una botte di recioto dimenticata in cantina, spillando il Recioto Amaro dal fusto, uscì in una esclamazione entusiastica: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”. I grappoli, rigorosamente raccolti a mano esclusivamente nel podere “Maso” nella zona della “Grola”, vengono accuratamente scelti in base al diradamento degli acini e alla sanità dell’uva, la giusta aerazione fra loro fa sì che non si producano muffe dannose e marcizioni durante il periodo dell’appassimento che renderebbero l’uva inutilizzabile. L’appassimento naturale dura da fine settembre a alla metà di Gennaio circa, come per tradizione, per ottenere una maggiore concentrazione di zuccheri e strutture perdendo circa il 30% del loro iniziale volume, poi l’invecchiamento in botte per 5 anni circa come da tradizione seguito da dodici mesi di affinamento in bottiglia rende l’Amarone un vino maestoso al palato, di grande corpo e rotondità dato dal tannino "di velluto”, elegante adatto a cibi strutturati, arrosti, carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati, o come accompagnamento da fine pasto. Un vino rosso rubino dal profumo etereo e il delicato profumo di liquore di ciliegia, marmellata di gelso rosso, viola, liquirizia, in fase evoluta a tamarindo funghi e spezie. Nella cucina tipica lo troviamo come ingrediente principale nel “Risotto all’Amarone” o in abbinamento a bistecche di carne di grande struttura a cacciagione e formaggi di lunga stagionatura. Vino che si presta al lungo lunghissimo invecchiamento in bottiglia 15-20 anni.